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Vogliamo citare il titolo del libro di uno dei più illuminati progettisti italiani, Bruno Munari, per spiegare perché, per fare una scelta sostenibile, dovremmo arredare il nostro appartamento con mobili realizzati in legno recuperato. 

Sappiamo benissimo che il legno è uno dei migliori materiali che la Terra ci offre, ma forse non sappiamo che tanto legno proviene da filiere non controllate, da aree protette, o entra nelle nostre case sotto forma di surrogati unito a colle e altri prodotti tossici. Quale prassi potrebbe sostituire quella di abbattere alberi, se non vogliamo un arredo che un giorno finirà in discarica perché non riciclabile?  

Una scelta ecosostenibile è quella di acquistare mobili realizzati artigianalmente, con materiali di qualità che rendono gli oggetti più duraturi.  

Il legno usato può essere ricondizionato e impiegato nuovamente per realizzare mobili; ma non è cosa facile smontare e differenziare correttamente il legno proveniente da vecchi mobili e imballaggi. Per rendere il ciclo di recupero efficace c’è bisogno che ogni scarto venga abilmente reintegrato nel ciclo produttivo, in base a ciò che è ancora in grado di dare. 

Le sue componenti, a fine vita, devono poter essere disassemblabili e correttamente differenziate. Scegliamo quindi finiture naturali, che fanno respirare il legno e non lo “cristallizzano” (anche se questo può significare qualche graffio o ammaccatura in più). 

La bottega artigiana Laboratorio Linfa, con sede a Orte (Vt) e Montemarciano (An), lavora in upcycling, ossia seguendo processi che puntano a incrementare il valore del materiale recuperato.  

Sedie, tavoli, librerie, credenze sostenibili, nascono da legno massello ricondizionato.  

La necessaria conversione a uno stile più rispettoso delle risorse naturali passa quindi anche dal reintegro di tutto ciò che, a livello locale, consumiamo producendo scarti. Se a livello globale si parla molto di economia circolare, ognuno di noi nel suo piccolo dovrebbe fare la sua parte e intraprendere azioni di vita circolare.  

L’ultimo progetto intrapreso da Laboratorio è di fornire ai condomini un sistema per realizzare degli orti comunitari in terrazza. Sperimentando l’auto produzione di insalata, pomodori, zucchine; si sostiene la città assorbendo CO2; si innescano nuovi rapporti tra condòmini e possiamo recuperare la frazione vegetale dell’umido riducendo di un terzo la quantità di rifiuti. Il nostro scarto si trasformerà in ottimo compost con cui nutrire le piante e rinnovare la terra. 

Si tratta di capire che <<da cosa deve, sempre, nascere cosa>>. Se chiudiamo il ciclo di rigenerazione dei materiali organici in loco, evitiamo un gran dispendio di energia e riduciamo le emissioni di gas inquinanti. Saremmo ancora più efficaci se riuscissimo a produrre del cibo in maniera autonoma, in loco, grazie a orti condivisi tra condòmini e quindi poco dispendiosi; le terrazze diverrebbero luoghi salutari e distensivi per chi vuole “disintossicarsi” da una frenetica giornata lavorativa.  

Tutto questo è forse un po’ utopico, ma chi può dirlo…d’altronde, da cosa nasce cosa. 

LABORATORIO LINFA