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Il Galliari14, condominio torinese Civico 5.0, è protagonista indiscusso di un racconto che, pur essendo di fantasia, narra con umorismo il periodo del lockdown visto dalla finestra sul cortile. Come incide l’isolamento sull’equilibrio di vicini, coppie, famiglie? Appena le cose si complicano, un’idea molto condominiale permetterà di trovare una soluzione inedita e di salvare così l’armonia messa a duro rischio dalla quarantena…

Il racconto La finestra sul cortile, scritto dall’orgogliosamente condomina Laura Remondino, è incluso nell’antologia “Nulla più come prima”, pubblicata da Neos edizioni in e-book e in cartaceo. Eccone un estratto.

La finestra sul cortile

Crisi, dal latino crisis, derivato dal greco κρίσις “decisione, scelta, …”

Ho da qualche anno il privilegio di vivere in un piacevole condominio di fine Ottocento, abitato da persone amichevoli, inclusive e sempre pronte a condividere momenti di aggregazione. Non solo enogastronomici, i momenti, ma anche culturali, sociali, finanche green. Abbiamo fatto tutte le cose buone e belle, il cineforum in cortile, il book crossing nell’androne, eliminato bicchieri e posate di plastica, dato maggior dignità al posteggio delle bici. Un gruppo Whatsapp ci permette di scambiare opinioni, chiedere e offrire aiuto, dal cacciavite alla famosa tazza di zucchero. 

E veniamo alla crisi coronavirus e all’isolamento sociale che ne è seguito. I primi giorni sono stati strani e mogi, rari saluti dal balcone e silenzio cimiteriale. Tutti dentro casa, a scambiarci frenetiche lepidezze su Whatsapp, inoltrando, commentando. I primi giorni. Il quinto pomeriggio di isolamento si ode un abbozzo di litigio domestico. La finestra aperta dalla quale filtrano voci alterate viene prontamente richiusa per continuare a sbraitare in sacrosanta privacy. […] Sempre al sesto giorno, verso sera, urla e pittoresche imprecazioni dal sapore mediterraneo provengono da un appartamento in cui vivono adorabili coinquilini trentenni, ambosessi e molto impegnati nel sociale. Mi si para davanti agli occhi l’orrida visione di mille crepe che ramificandosi veloci sgretolano il paradiso condominiale. Bisogna fare qualcosa, mi dico dopo un istante di disperazione e smarrimento, mentre ai balconi vedo sventolare speranzosi lenzuoli arcobalenati che recitano “Andrà tutto bene”… 

Ed ecco che arriva l’Idea.

“Crisi”: quante volte ci hanno detto, i guru aziendali, che è sinonimo di opportunità? Ma anche di scelta, pare. E allora scegliamo, suvvia.

Che senso ha stare in isolamento con uno o più individui con i quali la conflittualità è alle stelle? Non sarebbe meglio rimuovere ogni pregresso di ostilità e recriminazioni, vivere una specie di vacanza serena? Tanto prima o poi si tornerà alla normalità. Al trantran, anche. Quindi, changez de dame, come si dice al ballo. E pazienza se la dame è un professore panzuto o un compagno di università con barba e dreadlocks. […]