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Con la transizione necessaria verso sistemi di riscaldamento come le pompe di calore, è importante orientare le proprie scelte verso i modelli più sostenibili oggi in vendita sul mercato. Per il loro funzionamento, le pompe di calore utilizzano degli F-GAS, ma non tutti sono uguali e alcuni hanno un impatto climalterante non trascurabile. Il 5 aprile 2022, la Commissione Europea ha consegnato una proposta legislativa per l’aggiornamento del Regolamento F-GAS (UE) n. 517/2014. Ma che cosa sono gli F-GAS e perché è necessario un rinnovamento legislativo?  

La dicitura F-GAS indica i gas fluorurati, gas di origine artificiale che si trovano all’interno di vari dispositivi e impianti conosciuti, tra cui refrigeratori, impianti di condizionamento e, anche, all’interno delle, oggi note, pompe di calore. Fanno parte dei F-GAS gli idrofluorocarburi (HFC), i perfluorocarburi (PFC) e l’esafloruro di zolfo (SF6).  

Questi tipi di gas hanno fatto il loro ingresso nel mercato alla fine degli anni 80, sostituendo i Clorofluorocarburi (CFC) e gli Idroclorofluorocarburi (HCFC), considerate sostanze dannose per l’ozono stratosferico. Tuttavia, pur non contribuendo all’assottigliamento dello strato di ozono, gli F-GAS restano comunque dei potenti gas serra. L’incremento del loro utilizzo ha prodotto negli ultimi due decenni la crescita esponenziale delle emissioni complessive ad effetto serra, ponendo ora la necessità di sostituirli con sostanze non climalteranti. Al fine, perciò, di guidare l’eliminazione graduale dei gas fluorurati, la Commissione Europea chiede un adeguamento delle politiche internazionali ad un quadro legislativo esaustivo che tenga anche conto delle sostanze e/o le tecnologie diverse.   

Un’alternativa che verrà discussa durante l’aggiornamento del regolamento del 2014 vede nei refrigeranti naturali dal basso valore climalterante una soluzione sostenibile. I refrigeranti naturali sono sostanze già presenti in natura e, per questo, non rappresentano una minaccia ambientale; sono ammoniaca, anidride carbonica, isobutano e propano. Questi ultimi sono molto comuni e sono generalmente associati alla refrigerazione, ma non solo, trovando impiego soprattutto nel settore ricettivo; sono tuttavia troppo spesso visti con timore per la loro capacità, in determinate condizioni, di essere infiammabili o nocivi. Proprio, però, per questa possibilità, il loro impiego all’interno delle apparecchiature di refrigerazione, condizionamento e riscaldamento è strettamente regolamentato da normative di sicurezza internazionali e considerato oggi totalmente sicuro. Allora perché ancora non se ne sente parlare? 

Rispondiamo a questa domanda con un esempio: una possibile applicazione degli idrocarburi è all’interno delle Pompe di Calore come liquido refrigerante. Questo permetterebbe di raggiungere gli obiettivi di elettrificazione del riscaldamento con performance ed efficienze elevate e, soprattutto, eviterebbe emissioni di gas climalteranti. Oggi, in tutta Europa ed anche in Italia, si producono già Pompe di Calore che operano con refrigeranti naturali dalle prestazioni dimostrate uguali o migliori rispetto a quelle che impiegano F-gas. L’ostacolo, però, si annida dietro la fiacchezza normativa che non aiuta una facile e rapida commercializzazione di questa alternativa, chiedendo altresì procedure di sicurezza lunghe e plurimandatarie. 

Si capisce allora come uno degli impedimenti principali sia una normativa inattuale e che ci auguriamo sia aggiornata con il fine di creare un quadro legislativo più favorevole e chiaro per supportare una rapida adozione di queste tecnologie.  

Per approfondire:

https://www.legambiente.it/news-storie/inquinamento/climatizziamoci-senza-surriscaldare-il-pianeta/