Exchange box: il bello dello scambio

Porto15

Il “Baule dello Scambio” è un vero e proprio baule, dedicato allo scambio reciproco di vestiti per neonati e bambini. Un’attività che impegna i genitori nei primi anni d’età dei propri figli e spesso si rivela davvero laborioso: far circolare la richiesta di bisogno di vestiti per un neonato in arrivo, fare le cernite, separare i vestiti per età e per stagione, tenerli da parte, accordarsi per prenderli e consegnarli!

In un condominio collaborativo come quello di Porto 15 a Bologna, nel quale è possibile presentarsi al citofono di chiunque, ci siamo accordati per sfruttare uno spazio condominiale accessibile potenzialmente anche ad esterni debitamente istruiti, in autonomia.

Abbiamo quindi restaurato una vecchia cassa da viaggio, di quelle che riempiono i negozi dell’usato, le soffitte, le cantine e l’abbiamo posizionata nel sottoscala, uno “spazio comune” ad ogni palazzo, per la maggior parte inutilizzato o destinato ad usi poco nobili.

Sul coperchio della cassa ci sono le istruzioni per l’uso, le stesse condivise con la rete dei genitori in cerca di vestiario a rapido ricambio. Al suo interno si raccolgono vestitini per neonati e bambini, puliti, piegati e in buone condizioni. I vestiti vengono donati spontaneamente, o da conoscenti o da altri genitori attraverso il passaparola.

I destinatari principali sono i bambini della materna o dell’asilo, di conseguenza sfruttiamo le scuole vicine per un recupero agevole delle buste contenenti i vestiti. Spesso, una volta ricevuta una richiesta, i vestiti vengono portati nuovamente in queste zone di scambio, altrimenti è possibile accedere al baule contattandomi e raggiungendo direttamente il nostro condominio.

Come realizzarlo?

Per realizzare l’attività, è necessario recuperare un mobile adatto allo scopo: meglio evitare le scaffalature aperte e, se lo spazio lo consente, va benissimo anche un armadio, una cassettiera oppure un vecchio baule da viaggio (meglio rifoderarlo). Non è necessario che la cassa sia molto grande, la nostra è di circa 150×60 cm ed è in grado di contenere un piccolo kit per ciascuna età e stagione nella fascia di età che va da 0 a 6 anni.

Se si fa affidamento sull’arredamento di recupero, non c’è nessun costo da mettere in conto, se non le minuterie per rifoderare i cassetti o simili. Nel nostro caso, abbiamo sacrificato delle vecchie riviste di approfondimento politico degli anni ’70, un po’ a malincuore ma con un indubbio fascino (alcuni articoli sono ancora leggibili!).

È indispensabile che si condivida con tutta la rete di potenziali utilizzatori, delle regole di utilizzo chiare e univoche, soprattutto per quanto riguarda le condizioni dei capi che si mettono a disposizione (devono essere in buone condizioni, lavati, piegati), la loro suddivisione (per età, genere, stagione), e le modalità di accesso: il baule deve essere sempre trovato in ordine e lasciato in ordine, si deve concordare in anticipo cosa si intende portare con il referente, onde evitare che l’accumulo eccessivo di scorte, degeneri nell’entropia del più classico dei sottoscala.

È infine indispensabile che tutti i condòmini siano informati dell’esistenza del baule, che ne accettino di buon grado la presenza e che siano tolleranti con le eventuali incursioni di esterni (che devono avvenire sempre con preavviso della persona di riferimento).

Quali sono i vantaggi?

Il baule permette ai genitori di ridurre l’acquisto di vestiti nuovi, evitando sprechi economici e ambientali. Allo stesso tempo consente di svuotare agilmente gli armadi di capi non più utilizzabili al cambio di stagione, soprattutto nei primi anni di vita durante i quali i vestiti possono essere indossati a volte solo due settimane, altre volte una sola stagione. Così facendo, si entra a far parte, se lo si desidera, di una forma di dono reciproco, spesso motore di scambi anche di altri articoli per l’infanzia che hanno un limitato tempo di utilizzo.

Prima dell’installazione del baule, ho raccolto i vestiti per anni riponendoli in casa e poi consegnandoli ad altri conoscenti, con notevole disagio per l’accumulo di buste che dovevo presto ricollocare.

Ora è tutto più semplice e più organizzato e, per ampliare l’attività, si potrebbe pensare a diffondere l’iniziativa, facendola uscire dal gruppo allargato di amici e conoscenti e diffondendo l’idea del riciclo ai genitori di bambini più grandi e più restii al tema del riuso e dello scambio reciproco.

Ciclicamente organizzo nei locali del cohousing, raccolte di giocattoli in buone condizioni, accordandomi per il ritiro da parte di enti e associazioni di volontariato che lavorano presso ospedali pediatrici o comunità infantili, o altre attrezzature per neonati e bambini (passeggini, marsupi, sedili auto, seggioloni, biciclette…) che mi vengono espressamente richieste attraverso reti amicali e conoscenti, in modo da impegnare i locali per un tempo limitato e permettere il ritiro in un solo luogo.

Un’iniziativa semplice, che tutti potremmo realizzare all’interno dei nostri condomini per aiutare l’altro e crescere all’interno di una vera e propria comunità collaborativa!

Giusy Ognissanti – Porto 15