Anche nel 1985, quando non c’era l’ascensore e mi facevo 127 scalini per arrivare al quinto piano e quando si trovavano le siringhe in terra nell’androne, anche allora il calore umano tra condomini non è mai mancato. La “zia” Gabriella, (classe 1930) appunto in quell’anno in cui arrivai mi regalò, lei dal pollice verde, parti di alcune sue piante che ancor oggi continuano a deliziare la vista di tutti. Lei che ha cucito un vestitino, di sua sponte, a tutte le bambine della scala, e che ha distribuito i suoi castagnacci a noi vicini.
Ora con ascensori, citofoni, porte a vetri e ristrutturazioni si vive ancor meglio e si condividono pezzi di storie che attraversano le generazioni, con uno spirito simile a quello di paesani che, a kilometro zero, si inventano tante occasioni per far festa insieme, e si scambiamo piccoli gesti di solidarietà.